“Madre Natura” incede leggiadra tra le bellezze del creato, figlie del suo genio prodigo e fervido. La sua immagine non possiede contorni nitidi e ben misurati, ma tende a confondersi con quella dello sfondo naturalistico, su cui maestosa si staglia.
Camaleontica e suprema: non servono altri aggettivi per descriverla, che non siano compresi in questa dimensione “sublime”, quasi onirica. Lei è la perfetta sintesi di tutti i colori e le forme del mondo; nella sua figura alberga l’entità filosofica
dell’archè o principio primo del cosmo.
“Madre Natura è stata la prima icona di Agua e le ha dato i natali; l’ho pensata e creata nuda, vestita di soli capelli, proprio come Eva nel Paradiso Terrestre” ha chiosato l’Art Director Giusy D’Onghia.
Il riferimento al mitico personaggio della Genesi è soprattutto nella dicotomia, entro cui sembra oscillare la sua anima tra dichiarata propensione al peccato ed intima ambizione celeste. La prima tensione si avverte sottile nella sensualità che trasmette la figura nel suo complesso, con i morbidi capelli lunghi adagiati sul seno; la seconda è quasi una vocazione, che sembra predominare e condurre la donna a rispondere ad un ordine superiore di cose, ricusando, quindi, ogni aspirazione profana. L’icona, Tradition inspiration di Agua 2018 by Kultò Hair Academy, rappresenta Eva prima di mordere la mela, ignara del peccato che si sta sedimentando in lei, ma ben consapevole del suo ruolo di genitrice e intesa ad esercitarlo senza pressioni di alcun tipo, bensì lasciando alla natura la possibilità di esprimersi in assoluta libertà.
“Il suo corpo è perfetto, in ogni singola parte. Era un incanto osservarla muoversi pienamente a suo agio, dinanzi ai miei occhi. Per preservare quest’idillica naturalezza, ho scelto per il trucco, uno smoking eyes molto leggero, con le labbra lasciate nude” ha spiegato l’Art Director “Sui capelli, essenziale è il contributo dei prodotti Sebastian e Wella Professional. Ho lavorato lasciando le sue onde morbide ed applicando dei posticci in due differenti colori: rosa e celeste, con riferimento al mondo femminile e maschile.” Questi ultimi sono da intendersi come le due facce di uno stesso universo, su cui veglia, indistinta e bilanciata, la sua silente sapienza di mamma.